sabato 24 marzo 2018

Movimento




UN ALTRO GIRO DI LANCETTE

Vestiti di nebbia e mischiati al vento. Affronta l'orda senza testa che ti darà la caccia e fallo senza paura. Là fuori da tempo non ci sono che carcasse di pensieri, miserandi stralci di parole, fangosi concetti in metastasi.
Osserva... Osserva come le lettere si sbriciolano, genuflesse al cospetto di soavi menzogne. Non c'è spazio per la memoria, né per riflettere. Ma tu, procedi. Non essere affranto, non cedere alla pietà. Non serve.
Dipingi la tua strada di nuvole nebbiose e lascia che sia il vento a spingerti più avanti.
Oltre. Molto oltre il fulgore asfittico di lotte primitive, vuote, anacronistiche.
Vai. Senza timore, senza remore, senza nulla che ti impedisca di essere.
Un altro giro di lancette, e ancora un altro. Ancora. Che vincere non è sconfiggere l'avversario.






ESISTERE

Il silenzio si dipana lento. C'è movimento, c'è luce, ma nessun suono. Vivi senza cogliere l'essenza che ti permea.
Il significato ti sfugge. Le domande si accumulano. Le risposte si allontanano.
Questo è esistere. Puoi chiudere gli occhi. Sdraiarti tra guanciali ticchettanti o dimenarti tra anfratti cadenzati. Infine, potrai solo lasciarti attraversare dal sogno. Nel luccichio benefico di una parola non pronunciata.






SENTIERI SOSPESI

Mi muovo attraverso innumerevoli strade, piene di destini che incrociano altri destini e che mi sfiorano, mi vedono, mi toccano. Eppure, spesso nessuno se ne accorge. Nemmeno io.
Questi corridoi che percorro li conosco, ma non li comprendo. Mi sento smarrito. Confuso, mi chiedo: è tutto qui?
Il mio spirito mi parla d'altro, da sempre. Di altri mondi, altri soli, altri mari. Realtà esistenti che non vedo, ma che colgo nel soffuso sussurro di voci che si insinuano tra gli interstizi del tempo.
Arrivo a chiedermi se è pazzia... Forse la mia mente si è definitivamente perduta?
E se invece avessi sollevato un velo per gettare uno sguardo sull'immensità dell'esistenza?
Allora qualcosa avrebbe senso.
Le strade e gli immensi corridoi potrebbero essere sottili tessuti vibranti dove entità e destini si scrutano per attimi leggeri, in una sincronia appena accennata, senza lasciare altra traccia oltre una sensazione.
Tempo. Piani incrociati. Spazio.
Solitudine e affollamento in una sequenza disordinata di percezioni.
Coscienze disattente che camminano a testa china, ma inconsapevolmente impegnate in blande comunicazioni intermittenti.
Il principio di un quesito e una risposta sospesa.
Alzo lo sguardo e osservo l'amalgama di realtà dipanarsi innanzi a me. Un attimo. Un istante.
Poi fine. Null'altro.
E silenzio.
Ricomincia il cammino.





COLUI CHE CORRE TRA LE STELLE

Io corro tra le correnti dello spazio, affiancando la luce delle stelle. Tu mi guardi e vedi un uomo che cammina come te, ma non lo sono... Non lo sono mai stato.
Mi innalzo in volo e lascio dietro di me la scia lieve di una cometa, piena di ansie che si dissipano al contatto con il vento del cosmo.
Sono lo spirito che veleggia tra galassie lontane, pianeti appena nati e stelle fiammeggianti.
Vado e vado senza fermarmi, fino alle origini dell'eternità, spinto solo dalla mia anima indomabile che respira e vive di soli multicolori, nebulose e entità stellari senza tempo.
Guardami mentre mi innalzo...salutami...ti porterò le parole dell'universo che non riesci a capire e ti insegnerò il suo respiro, il suo incommensurabile pensiero.
Ora lasciami andare...
Che tu comprenda o no, non importa. Io non sono di qui...devo tornare a volare...a correre.
Tra le miriadi di meraviglie che mi stanno aspettando.





MADRE

Ascolto la voce del temporale, sicuro che non si tratti di rimostranze ma solo di uno sfogo. Madre mi parla in molti modi e io la accolgo serenamente. Sempre.
Nel suo peregrinare sull'asse del tempo ha visto e udito attraverso i suoi figli e con loro ha vissuto di gioie e dolori. Splendori e cadute.
Di alberi e d'erba, di montagne e di mari, di animali d'ogni dimensione e forma ha ascoltato e narrato e certo, anche di umani.
Madre mi sente...e vede...
Lo fa con l'amore profondo che solo la forza dell'universo riesce a forgiare.
Appoggio le mani sulle foglie d'edera ricolme d'acqua e chiudo gli occhi per sentire la forza che mi attraversa.
E le voci del temporale e del vento si schiudono in sinfonie cosmiche, lasciando che il tempo tracci una linea su cui passeggio sognante.
Di te. Madre.





SUL FINIRE DELLA NOTTE

È sul finire della notte, quando le stelle stanno per tuffarsi nell'alba, che ascolto il canto silenzioso dei sogni dimenticati. Delle promesse lontane. Delle parole perdute.
E mi rendo conto di vivere sul filo sottile di una fiaba mai raccontata



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