Ti infili sotto la pelle
come un ruggito rabbioso e tra le tenebre di quest’anima nera
scateni un’orda famelica.
Sei la mia paura e il mio
piacere.
Le catene e l’esplosione. L’incontenibile generatore oscuro.
Ti sento e ti voglio
e ti temo e ti bramo e ancora e ancora e ancora
sali senza darmi tregua,
come un flusso di lava continuo
dal profondo del mio spirito infiammato.
Sei il mio nome.
La mia voce.
Il mio sguardo.
E strappi il mio tempo senza respiro
come un’onda radiante
nel nucleo del mio cuore sincopato.
Non posso non posso non posso
fermarti
e non voglio e non è giusto e
basta così! Infilati dentro e poi esplodi!
Reclama il sangue e prendilo.
Senza aspettare che sia tempo.
Senza aspettare che si plachi.
Quel movimento sfuggente e
leggero
non mi appartiene e non lo
voglio. Tu sei il terremoto
la deflagrazione e la tempesta.
Prendimi prendimi prendimi
e lascia che le catene diventino uncini
per strappare e distruggere e divenire
quello che sono.
Sotto la pelle e nel sangue e
nei muscoli
sento le tue fiamme crescere.
Sento il tuo alito espandersi.
Sento il tuo respiro fondersi col mio.
Io sono te. Tu sei me.
E allora sia
se deve essere e che non ci siano più freni.
Che altro non cerco
se non le unghie e le fauci
e l’infinita e debordante deflagrazione.
La rabbia…la rabbia che sale.
La rabbia animale e antica. Tracima e mi prende…
La sento la sento la sento
Ti sento ti sento ti sento…
E non smette e non si ferma
e la voglio!
LA VOGLIO!
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