sabato 4 febbraio 2017

Scrivere Non E' Una Cosa Per Tutti




"Tutti vogliono scrivere, ma nessuno legge."
La frase suona un po' assolutista, ma in buona sostanza non è lontana dalla verità. Il perché ce l'abbiamo davanti ogni santo giorno, basta fare un saltino su internet (cioè dove siete ora, visto?).

Sul social network per eccellenza, facebook, ci sono migliaia di pagine dedicate alla scrittura che rimandano ad altrettanti siti che si occupano del medesimo argomento. Alcuni di questi sono molto belli, ricchi di contenuti interessanti e ben fatti, ma la maggior parte sono crogiuoli vestiti a festa di patetiche stronzate scritte male.

Se da una parte la tecnologia ha messo a disposizione spazi e strumenti per la crescita esponenziale della cultura, va da sé che quest'ultima non è stata l'interesse primario della moltitudine dei bipedi ciarlanti. Il primo interesse è stato l'autocelebrazione. Curioso a dirsi, il mezzo per farlo venuto in mente ai più è stato proprio la scrittura. E non è stata un'idea brillante, credetemi.

Come scrive Stephen King nel suo On Writing - Autobiografia di un mestiere [Sperling & Kupfer - 2001]: scrivere è una faccenda dannatamente seria.

Da uno che ha scritto qualche decina di capolavori lo prendo per buono a scatola chiusa, ma lui non è solo uno sforna best-seller, è anche un insegnante e un fine pensatore.
King parte dalla regola che per scrivere bene è necessario leggere tanto e scrivere tanto.
Notata la particolarità della frase? Non "per scrivere bene devi scrivere tanto", ma "leggere tanto" e "scrivere tanto". Sembra una cosuccia da nulla e invece disattendere questa regolina è la madre di tutta una serie di puttanate (perdonate il francesismo) scritte malissimo di cui la Rete è costantemente bombardata. E non solo la Rete.

Errori grammaticali grossolani, punteggiatura a caso (quando è presente), stili inesistenti, periodi lunghi e sfiancanti, dialoghi banali, sono solo alcune delle cose che si trovano tra le milioni di pagine che capitano a tiro. Questo succede perché un numero di persone crede di saper scrivere perché sa parlare. Purtroppo, non è così.
E datemi retta, saper parlare è molto diverso da parlare e basta.


Domanda: perché sono così tanti quelli che si improvvisano scrittori?
Perché fa figo, detto alla buona.

In un mondo dominato dal morbo dell'apparenza, fregiarsi del titolo di scrittore è ancora una cosa che ha un fascino particolare, legato a un'immagine per nulla stereotipata o demodé. Dire "Io scrivo" mette ancora negli occhi di chi ascolta una certa curiosità e ammirazione.

Ahimè, gli scrittori veri non si qualificano quasi mai così, anzi, tendono a essere più compassati e umili. Gli altri, invece, la sparano nel mucchio con i loro siti dedicati, le pagine facebook dedicate e i loro volumi pubblicati "in print on demand ma solo perché non credo nell'editoria tradizionale, lo giuro davanti a Dio" (e non ci sarebbe niente di male, se almeno fossero scritti decentemente).

Questo, anche se non piacerà a molti, è il motivo per cui ci troviamo immersi in tonnellate di parole inutili, gettate a caso, scritte male e pensate peggio.
Scrivere è qualcosa che fa elevare l'ego del bipede umano. Ma cari miei, scrivere non è una cosa per tutti. Bisogna farsene una ragione. Non basta un computer, una connessione, un programma adeguato e un correttore ortografico. No, no e poi no!

Per scrivere devi avere un pizzico di talento (non ne serve una quantità esagerata), una buona cultura, un bagaglio tecnico adeguato (le regole di base di grammatica e sintassi), immaginazione e qualcosa da dire.
Se si possiedono queste cose si può iniziare a pensare di mettere sulla carta una storia, ma se a questi ingredienti non siete disposti ad affiancare tanta lettura, allora abbiamo finito di parlarne.
Perché bisogna sudare, baby.
E sudare significa leggere continuamente e scrivere tantissimo.

I libri aiutano a imparare come si scrive (ma anche come non si scrive, perché molto spesso i pessimi libri sono fonte di grande insegnamento), mentre scrivere tanto aiuta a impratichirsi della materia. Esercizio, cari, esercizio, non scrivere di botto e click!, buttare in rete.
Esercitarsi, imporsi dei ritmi e dei tempi di lavoro.

Va bene, ok, l'ispirazione è importante, ma che ve ne fate se poi imbrattate la carta con delle schifezze illeggibili? Manca di senso, dai!
Bisogna (re)imparare a essere umili e pazienti. Eh, lo so, è una palla pazzesca nel nostro mondo tutto mordi e fuggi, vero? Eppure, se volete davvero cimentarvi seriamente in questa materia, non vedo proprio altra strada.


Un tempo si partiva dalla lettura e si poteva (anche) arrivare alla scrittura. Si studiava, si leggeva, si provava e tante volte si desisteva. Oggi, a causa (mi duole dirlo) della comunicazione globalizzata e dei mezzi messi a disposizione, il processo si è invertito.
Leggere sembra diventata un'opzione rinunciabile.
Beh, non è così.

Ci tengo a precisarlo: non mi sto ergendo su un piedistallo, anzi. Sono il primo della lista che si impone di leggere di più per scrivere meglio. Non ho niente di cui vantarmi e ho aperto questo blog per passione vera e onesta, ma proprio per onestà devo dire quel che penso su un argomento che è parte integrante della mia vita.

Scrivere non è una cosa per tutti, fidatevi.
E' una faccenda dannatamente seria.




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