Demoni e fantasmi stanno
bussando alla porta stanotte.
C’è odore di fumo nell’ariacon la sigaretta che brucia lenta tra le dita
e un libro aperto che mi osserva silenzioso.
Le stanze sono vuote, le
finestre chiuse.
Nei cassetti della scrivania
sonnecchiano fogliintrisi del sangue che ho versato
e del destino che ho ingannato.
Le voci si addensano, i
rintocchi aumentano
e li sento agitarsi,
graffiare, sibilare.Gli spiriti che ho strozzato lungo la strada
adesso sono qui a chiedere il loro tributo.
Morti. Mai sepolti. Mai domi.
Il bicchiere sul tavolo mi
attende, suadente,
bugiardo come una puttana a
basso costo,pronto a consegnarmi storie e silenzio
e una notte infame di sogni ingialliti.
La penna e il foglio mi
guardano confusi,
forse delusi per le tante
occasioni rimandate,abbandonate sul ciglio di una strada senza nome
che ho troppe volte insultato.
Le voci. Le voci sono qui,
aggrappate alla porta.
Demoni, fantasmi, spiriti di
cadaveri ancora caldi.Nomi lasciati marcire e volti ridotti a polvere
senza una ragione e nient’altro che un ricciolo di fumo
e un bicchiere vuoto come epitaffio.
Fuori, le stelle brillano
alte e confuse.
Avevo un fuoco che ardeva nel
pettoe si dimenava sul calendario senza sosta
fino a consumarsi come la brace che osservo ora.
Questa notte forse aprirò la
porta.
Se sarà il sangue che deve
scorrere, sia,e accoglierò la battaglia fumando, sorridendo
e magari scrivendo l’ultima parola. La mia.
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